Quando il Valore Culturale diventa Valore Aggiunto attraverso relazioni ed emozione, nuovi strumenti e nuovi percorsi di partecipazione; un racconto che diventa processo strategico e non più solo una somma algebrica di elementi e servizi. Questo è l’Audience Engagement che è emerso dall’incontro “Progettare il Coinvolgimento Culturale”, tenutosi il 2 Ottobre scorso, presso la Mediateca Santa Teresa di Milano.
Organizzato in occasione dei Brera Design Days 2016, ed in collaborazione con IED Milano, l’appuntamento, che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico, aveva tra le proprie finalità l’approfondire il tema, finalmente centrale (almeno in teoria) nelle agende e nelle politiche culturali, di come -e perchè- riconsiderare, sviluppare e consolidare gli equilibri nelle relazioni con i diversi pubblici del mondo della Cultura.
Una “tavola rotonda” aperta, un confronto fatto di esperienze e testimonianze eterogene che hanno toccato temi come le differenze tra raggiungimento e coinvolgimento dei pubblici, i benefici di un pubblico partecipato e partecipativo, la centralità strategica di un buon engagement e le opportunità date dall’uso di una tecnologia funzionale e non fine a se stessa; ma anche le difficoltà di attuazione progettuale, le implicazioni (e problematiche) etiche, organizzative e di gestione e le prospettive dei processi di fidelizzazione. Questi sono stati alcuni dei temi emersi dalle testimonianze dirette e concrete di rappresentanti di molteplici settori culturali, sia nazionali che internazionali che, spaziando dall’editoria alla museologia, dai beni culturali alla didattica fino al gaming, hanno dato vita ad una discussione ricca di temi, spunti e contaminazioni.
Dalla crescente necessità di nuovi processi di Personalizzazione e di “Increase Satisfaction” dell’ “Esperienza Culturale”, presentati da me (Massimiliano Zane), ai progetti di “Istigazione alla Lettura” Letti Di Notte: la notte bianca delle librerie e #ioleggoperchè presentati da Marco Zapparoli (A.I.E. e Marcos y Marcos), veri e propri ponti, questi, tra engagement letterario fisico e digitale; dal coinvolgimento co-creativo dei pubblici che, secondo Carlotta Margarone (Fondazione Torino Musei), deve passare attraverso una “ridefinizione strategica del concetto di conoscenza delle audiences” e “sulla rilevanza di un museo per la propria comunità di riferimento”, ad una nuova progettualità di engagement che divenga “Empowerment del Territorio” per Adele Magnelli (ETT s.p.a.); dal coinvolgimento culturale che guardi al “rispetto del ruolo sociale del museo, ai suoi contenuti ed alla sua capacità ri-attrattiva”, di M.Cristina Vannini (European Museum Forum) fino ad una nuova partecipazione che, sviluppata attraverso il gioco, renda possibile modellare una “nuova fruibilità”, per Laura Faedda (Vidiemme) ed una nuova narrativa fatta di “storie che spieghino la cultura” e che possano “creare l’abitudine all’osservazione ed alla curiosità”, come proposto da Federica Pascotto (ArtStories).
Un dibattito questo, certamente non esaustivo nella sua brevità e per la ricchezza dei temi proposti, che però ha voluto contribuire a riportare ancora una volta l’attenzione su una delle più importanti sfide con cui la Cultura di oggi deve confrontarsi: la capacità (necessità) di sapersi ri-progettare mettendo la persona “al centro”, con tutte le sue emozioni, le sue aspettative, la sua complessità; al centro di scelte gestionali, di orientamenti strutturali, di prospettive d’interpretazione, ma ovviamente senza mai perdere di vista il proprio ruolo sociale ed il proprio senso critico. Sfida che le politiche non solo culturali, ma anche di formazione ed educazione, dovranno aver il coraggio di cogliere in fretta e su cui è importante -e urgente- impegnarsi per individuare obiettivi e priorità condivise cui rivolgere risorse e attenzione; perchè in tutto questo, al di la di strumenti e prassi, persone e idee, progetti e strategie, “la vera sfida del coinvolgimento non è durante, ma il prima ed il dopo” come suggerito da Fabio Viola (TuoMuseo).