Per lo sviluppo di una nuova narrativa culturale

Informare, attrarre, ampliare, diversificare, sviluppare, coinvolgere, una galassia comunicativa e formativa che si fa multidisciplinarietà attiva e creativa su cui pianificare e sviluppare una nuova “Idea” di partecipazione e fruizione della Cultura. Engagement, Promozione, Sviluppo Tecnico e Tecnologico e Connessioni Istituzionali (politiche, sociali ed economiche) quali energie collettive dal carattere spesso incerto e problematico che guardano – o dovrebbero guardare- alla Cultura come LA risorsa su cui investire in termini professionali, economici e formativi: ecco l’obbiettivo di un’architettura culturale che vuol dirsi integrata e consustanziale.


Cultura della Cultura che dalla cultura nasce, fiorisce e che si trasforma in un sistema fatto della stessa sostanza da cui emerge e che in esso si conserva, anche se ad oggi ha più volte radicalmente cambiato i propri paradigmi e i parametri formativi ed informativi di riferimento. Così, musei, monumenti e biblioteche, ma anche parchi, quartieri, borghi, intere città, diventano oggi sempre più veri e propri distretti, centri, nuclei culturali in cui al centro c’è una nuova “comunità culturale” fatta di comunità locale, pubblici, nicchie specializzate e non, mercati territorialmente, linguisticamente e culturalmente frammentati, distanti e differenti; una comunità nuova, dai confini elastici, fluidi, se non sfumati, intesa quale agglomerato vivo, pulsante; un organismo complesso, civile e sociale composto da elementi non semplicemente più territorialmente vicini o circoscritti, ma che con quel territorio interagiscono accomunati da un “fattore culturale” fatto di obiettivi, aspettative, risorse comuni ed individuali interdipendenti, che spingono la domanda interna del singolo a dare ed avere risposte sempre più flessibili ai propri bisogni nati proprio da quel Patrimonio inteso come bene comune, condiviso. Un brodo di coltura formidabile in cui temi strategici e meritori si sviluppano attraverso una nuova Didattica fatta di Interattività e Accessibilità secondo una più equa (re)distribuzione delle opportunità di accesso -sul fronte della domanda- e di condivisione del valore generato dalla cultura tra gli attori della filiera (co)produttiva -sul fronte dell’offerta- fornendo sempre più opzioni “incrementali”, “differite” o “laterali”. Perchè oggi non solo si guarda ma si “desidera” in un ”Bisogno e di Soddisfazione” crescente: si desidera scegliere, scremare, implementare ogni sorta di input, di informazione con cui ci si confronta, ed ogni contenuto e valore di cui si è e ci si fa portatori, così il proprio patrimonio diviene patrimonio condiviso.

In quest’ottica Musei e Beni Culturali sono nuovi “luoghi di racconto” di questo bene comune, nuovi produttori di valore di questa storia condivisa. Narratori capaci di guardare e guardarsi attraverso una nuova idea sia della propria funzione che del proprio ruolo sociale e formativo. E a nuovi ruoli corrispondono nuove responsabilità ed altrettanti nuovi strumenti da poter utilizzare per assolvere ai propri compiti. Elementi che in un recente passato erano collaterali e che oggi sono strategici e non più semplicemente considerati una somma di dispositivi “tecnici” da innestare a progettazioni “in essere”, ma che rappresentano una dimensione fondativa della progettazione stessa, concepita e programmata a monte e non a valle del processo di realizzazione di politiche industrial-culturali; energie cross-disciplinari che vedono dialogare humanities e science, ed attraverso cui avanzano ricerca, sperimentazione, condivisione di buone pratiche; elementi che si integrano e forniscono ulteriori elementi di ingaggio e attuazione di una progettazione culturale con possibilità partecipative a intensità differenziata (Davide Beraldo) che vanno a scardinare la natura tradizionalmente binaria dell’esperienza culturale (partecipo/non partecipo; uso/non uso). Un set di obiettivi e di priorità condivise “per orientare il senso e la direzione dei programmi, dei progetti e, in ultima battuta, dei mandati istituzionali e dei comportamenti organizzativi individuali” (Jasper Visser).


zane-tuomuseo-1.jpg

Una cultura della cultura che sta cambiando radicalmente e ci sta cambiando velocemente, che cambia forma e percezione di se come elemento capace sempre più (e che deve sempre più) comprendere e fare proprie nuove dinamiche di personalizzazione nell’offerta dell’Esperienza Culturale per svilupparne i contorni e i Valori. Dalla Realtà Aumentata agli Allestimenti Cross-Disciplinari, dal Digital Storytelling al Social Gaming, fino ai Contest Digitali al Crowdsourcing Territoriale ed al Turismo Emotivo, le dinamiche di gestione di ogni settore culturale oggi sono un universo di Connessioni.

E un museo, o una qualunque istituzione culturale e formativa, che vorrà esser capace di attrarre, connettere e valorizzare se stessa e i propri obiettivi secondo questi “nuovi bisogni”, semplicemente dovrà evolversi di conseguenza, trovando dei nuovi elementi essenziali per co-progettare, co-produrre e co-generare nuove logiche, formule e metodologie di Valorizzazione (anche economica) delle loro Policies di Pianificazione Strategica sia Organizzativa che Curatoriale delle proprie risorse. Per una cultura rinnovata nella sua stessa essenza, ma che ci si augura che, in questa rincorsa al futuro, non smarrisca mai la propria identità, perchè “Le implicazioni -e anche le difficoltà- dal punto di vista della visione culturale, delle prassi organizzative, delle logiche curatoriali e del sistema di competenze -vecchie e nuove- sono evidenti soprattutto se si considera che per molte realtà culturali si tratta di un doppio balzo in avanti: direttamente dalla “cultura 1.0 a quella 3.0”, per usare la terminologia e lo schema logico di Pier Luigi Sacco.