Innovare per far vivere la cultura

Quando entro in un museo, un palazzo, un monumento e non ci trovo nessun totem o pannello multimediale ed interattivo, ho la sensazione che mi manchi qualcosa. Se invece ci trovo qualcosa, ma con un contenuto poco interessante o con una tecnologia ormai obsoleta, il sentimento è quello di fastidio per quello che si poteva fare, avendo ben cominciato, ed invece non si è fatto.

pinacoteca siena tuomuseo
Luoghi straordinari come la Pinacoteca di Siena potrebbero enormemente beneficiare di politiche di innovazione culturale

Il caso che più mi ha colpito, senz’altro anche perché riguarda la mia città, è quello della Pinacoteca nazionale di Siena, che sul suo sito ha una accurata visita virtuale e poi quando ci vai di persona, ha un allestimento “polveroso” e ormai più che vecchio ed una illuminazione che non rende assolutamente giustizia ai capolavori “fondi oro” che conserva. Mentre ricordo con piacere, alcuni anni fa, l’applicazione multimediale che la Scuola Superiore Sant’Anna aveva realizzato per poter seguire il restauro, aperto al pubblico, del Polittico di Simone Martini all’interno del Museo nazionale di San Matteo a Pisa.

Polittico museo san matteo pisa
L’app sviluppata dal Sant’Anna di Pisa per il museo nazionale San Matteo durante il restauro del Polittico

Del resto: come è possibile spiegare un restauro, far capire quello che si è fatto e come sono cambiate le cose senza chiedere aiuto alla tecnologia? E magari rendere tutto questo ancora più comprensibile e affascinante grazie a modalità di gioco interattivo con l’opera che abbiamo davanti.

E guardate che io non sono un millennial, ma un baby boomer (52 anni a breve). Non sono un viaggiatore, ma un turista (è difficile trovarmi in giro senza una vecchia, fidata guida del Touring Club in mano).

Non sono un fanatico della condivisione: pubblico post quasi ogni giorno soltanto su Facebook, perché è l’unico social che ho capito. O almeno lo spero.

Il fatto è che bisogna dire con forza che l’accesso a contenuti interattivi non deve essere più essere considerata una “distrazione” rispetto all’osservare un’opera d’arte o un monumento, ma un elemento che, al contrario, completa l’esperienza che stiamo vivendo in quel momento. Del resto, se ascolto un telegiornale, vado spesso a cercarmi un dato o un approfondimento in tempo reale su Wikipedia o su un sito specifico. Se sono al ristorante, cerco sullo smartphone informazioni sulla tipicità o sugli ingredienti del piatto che ho davanti. Se guardo un documentario su RaiStoria che di solito veramente ben fatti, vado immediatamente a cercare dati biografici o date per soddisfare le curiosità che la trasmissione mi sta accendendo. E non credo assolutamente di essere il solo.

Il mio punto di svolta è stata – un anno fa – la visita a quello che io ho trovato il bellissimo Expo di Milano. Perché è nei padiglioni dei vari paesi che ho percepito l’importanza di video, contenuti interattivi e giochi per comprendere il senso ed i contenuti di quello che quel paese voleva trasmettere.

Museo Galileo Firenze
Rendere interattiva, divertente e più accessibile la visita culturale

Del resto è quello che avviene, e che tutti apprezzano ed accettano con entusiasmo, nei musei di storia naturale o delle scienze, come ad esempio quello dedicato a Galileo Galilei a Firenze.  Ecco perché sento che manca qualcosa quando mi trovo di fronte ad un quadro oppure ad una scultura e non ho la possibilità di accedere a contenuti che completino la mia “contemplazione” di quell’opera d’arte. E tanto più questa possibilità di amplificare la mia esperienza sarà completa e gratificante, quanto più i contenuti saranno rigorosi e approfonditi, ma tanto più le modalità di accesso saranno divertenti, nel senso più ampio di questo termine.

Che poi è lo stesso processo di quando si scriveva un pannello esplicativo di una sala del museo o di una pala d’altare. Che nessuno considerava una distrazione, ma anzi una chiave di lettura preziosa – non di rado firmate da studiosi o curatori di altissima qualità – anche per chi non avesse formazione e strumenti di lettura adeguati.

E’ la stessa cosa, lo stesso impegno divulgativo, la stessa voglia di far conoscere e di affascinare, ma soltanto applicato ad una nuova tecnologia ed a modalità più dirette, coinvolgenti e piacevoli di apprendimento.