I beni culturali ai tempi della realtà virtuale

Esistono passioni adolescenziali talmente coinvolgenti che in età adulta diventano un mestiere. Innamorarsi dei videogame, fin dall’epoca dei coin-op arcades, quelli che trovavi al bar, per meglio intenderci, può creare una dipendenza spirituale difficilmente sanabile, tanto che, per molti ragazzi “da console”, il passo verso l’autoproduzione e infine verso l’imprenditoria è stato un percorso obbligato.
Tra questi alcuni hanno convenuto che fosse possibile “curvare” la realtà in un mondo a 3 dimensioni giocabile, ma con finalità e scopi, più “alti” rispetto al gioco fine a se stesso; un processo di modellazione in 3D del presente e del passato per vivere la storia in prima persona, raccontando in maniera innovativa l’universo del nostro patrimonio culturale. Una intuizione che in Sardegna ha messo radici e sta attraversando un momento di grandi fermento e sviluppo, con un’offerta di progetti e di gruppi di lavoro tra i più variegati.


Ricostruzione storica città di Cagliari

Tra i tanti gruppi uno, il nostro si è dedicato attivamente alla promozione del patrimonio archeologico dell’Isola, promuovendo partnership con i gestori dei principali siti culturali Sardi. Abbiamo creato un team di lavoro che coniuga tre mission d’impresa completamente differenti che si occupano: di Tecnologia della realtà virtuale una, di marketing, di progettazione, pianificazione e sviluppo territoriale le altre due. Tre entità unite dalla medesima passione per il videogame. Il team si è attivato sul territorio regionale, proponendo ai gestori dei beni culturali, un modello di business consistente nella realizzazione di ricostruzioni storiche in 3D dei principali monumenti Sardi con la finalità di aumentarne l’attrattiva anche a beneficio del territorio circostante. Le ricostruzioni, basate sull’integrazione tra le tecnologie dei rilievi laser e fotogrammetrici, la modellazione 3D e la Realtà Virtuale vengono elaborate secondo le regole della gamification proponendo preistoria e storia “giocabili” e alla portata di tutti.



Lo schema d’azione prevede un processo di co-progettazione nei beni culturali tra il nostro team, gli stakeholder locali e un gruppo di specialisti come archeologi, storici dell’arte ed esperti in gestione museale, derivato dalle tecniche del project management e della facilitazione dei processi partecipativi, con l’obiettivo di avere una visione particolareggiata di tutti gli aspetti peculiari dei manufatti studiati, e di garantire la scientificità e conseguentemente l’ammissibilità delle ricostruzioni. Così come l’accuratezza descrittiva del contesto nel quale il bene risiede è fondamentale per la perfetta riuscita dell’elaborazione tecnologica. I siti, riproposti all’utente come si presentavano nel loro momento di massimo splendore, generano una nuova sintassi gestione/utilizzazione del sito archeologico o del bene culturale: l’utente, che diviene primo attore, totalmente immerso nell’esplorazione dell’area, interagisce e “gioca” in prima persona con un semplice manufatto e addirittura con l’epoca che lo ha prodotto. Il coinvolgimento è totale.

Da questo discende la possibilità di declinazione del sistema in innumerevoli applicazioni: si spazia dall’intrattenimento, alla didattica, alla promozione fino all’accessibilità. I casi studio che indicano i benefici derivati da queste applicazioni sono sempre più numerosi, si registra in primis un aumento delle visite, generato dalla diffusione virale dei contenuti, anche per l’azione di referral dei visitatori entusiasti che diventano divulgatori spontanei di app e di software. L’allargamento del pubblico, inoltre, grazie ai sistemi di realtà virtuale, coinvolge anche le fasce disagiate portatrici di handicap. La tecnologia applicata ai beni culturali è, infine, una nuova forma di comunicazione che tanto
bene può fare ai territori, ad esempio, la nostra amata Sardegna che tanto si dibatte per mostrare una immagine turistica destagionalizzata, non necessariamente marina, avrebbe tante nuove storie da raccontare, creando un impulso di crescita per l’economia locale ad un pubblico che ben pochi altri media potrebbero permettersi.

“Sa Mandra Manna Megalithic Wall”.

Si tratta di uno degli ultimi lavori realizzati ed è sicuramente uno tra i più rappresentativi. Dotata della tecnica e della qualità grafica di un videogioco, l’opera offre all’esplorazione archeologica, una forza divulgativa straordinaria, favorendo la scoperta del patrimonio culturale da parte di un vastissimo pubblico. Il sito archeologico rappresentato, si sviluppa per circa trecentocinquanta metri di lunghezza, ed è affacciato su un dirupo che si prolunga verso l’interno della regione, a chiudere uno spazio denominato appunto ‘Sa Mandra’.
Il periodo storico in cui è collocabile, è compreso in un arco temporale che va dal Neolitico all’età bizantina. Il lavoro, commissionato dal Comune di Tula (SS) e realizzato in collaborazione con Valentina Soro, project management, e con l’archeologo Daniele Corda, combina la ricerca scientifica e le tecniche di rilevamento con le tecnologie dei Videogame e della Realtà Virtuale (VR).


Nuraghe a corridoio

Il software 3D ricostruisce fedelmente la muraglia megalitica e il contesto naturalistico circostante, costituito da una vegetazione a tratti fitta a tratti rada situata su di un altopiano basaltico, e consente l’esplorazione immersiva in prima persona e in tempo reale dell’area. Grazie ad una serie di label informative, attivabili dal player, posizionate nei settori rilevanti del “monumento” ricostruito, è possibile raccogliere informazioni sulla storia e sulle particolarità archeologiche del sito. L’applicazione prevede anche una mappa che permette all’utente di orientarsi geograficamente. La fruizione del prodotto 3D può effettuarsi mediante uno schermo touch screen oppure attraverso
un PC con annesso Gamepad. Il progetto è stato declinato anche in due versioni mobile che prevedono:

  • la prima una visualizzazione interattiva con visione dall’alto
  • la seconda una visualizzazione immersiva in prima persona mediante l’utilizzo di un visore VR per smartphone.


Il team di lavoro:

Tecnologia:
Jorma Ferino, SJM TECH

Comunicazione:
Giampaolo Bruno, Inventiva

Progettazione:
Paola Porcu, Studio Porcu


a cura di: Paola Porcu, Jorma Ferino, Giampaolo Bruno