Father and Son in lingua napoletana

Era l’Aprile del 2017 quando, tra paure ed orgoglio,  il neonato collettivo internazionale TuoMuseo lanciò la sua prima opera interattiva. Non senza una gran dose di follia, il prof. Ludovico Solima dell’Università della Campania ed il giovane direttore Paolo Giulierini del Mann accolsero la sfida di contaminare i linguaggi, modi e mondi e per la prima volta al mondo un museo archeologico decise di pubblicare un videogioco. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli lanciò il 17 Aprile 2017 Father and Son, divenuto il simbolo di un nuovo modo di concepire e raccontare il patrimonio culturale. Un videogioco che portasse il museo fuori dal museo divenendo non più un mero strumento interno ma una apertura totale verso il pubblico internazionale attraverso la storia universale di un Padre ed un Figlio che mettono completamente a nudo le proprie emozioni nello splendido scenario di Napoli e del Museo. Presto diventato case study a livello museale, turistico, politico ed accademico, ha contribuito a creare un nuovo filone di ricerca legato al connubio gaming e cultura ed a ribaltare la prospettiva imperante di edu-tainment, ovvero esperienze che partono dalla componente puramente educativa per agganciarci una parte di intrattenimento.

Father and Son negli ultimi tre anni è stato costantemente aggiornato ed i dati di utilizzo monitorati, d’altronde avere oltre 4 milioni di giocatori significa anche dover gestire una mole impressionante di dati, suggerimenti, feedback e critiche che hanno ricevuto puntualmente risposta sia individuale sia attraverso numero update del videogioco disponibile gratuitamente su App Store e Google Play. Tra le operazioni messe in atto, un progressivo allargamento del numero delle lingue disponibili permettendo ad un pubblico sempre più internazionale di apprezzare non solo l’estetica ed il gameplay ma anche, e soprattutto, la componente narrativa. Dopo l’iniziale rilascio in italiano ed inglese, si sono progressivamente aggiunte le lingue portoghese, francese, russo, cinese e spagnolo.

“Lavorare oggi sulla digitalizzazione e l’innovazione dei Musei, fortemente voluta e sostenuta dal Mibact, vuol dire lavorare anche sul gaming, ormai riconosciuto strumento di condivisione e accessibilità; farlo nella difficilissima situazione attuale, che ha imposto una forte accelerata  in questo senso all’intera società italiana, ci motiva sempre di più nel percorso intrapreso tre anni fa con Father & Son. Avrà quindi un sequel, già quasi pronto e che lanceremo   il prossimo autunno, il primo videogioco completamente gratuito prodotto da un museo archeologico. E anche questa seconda puntata manterrà una altissima qualità artistica grazie alla creatività del team di Fabio Viola, eccellenza italiana del settore. Da aprile intanto saranno rilasciate le versioni in tedesco e giapponese e in questi giorni una  deliziosa ‘traduzione’ in napoletano della ‘prima puntata’. Confesso che vedere il giovane Michael passeggiare verso il Museo Archeologico  tra la folla, i colori e i rumori del traffico, chiacchierando nella lingua di Eduardo  tra un caffè e il calcio ad un pallone mi ha commosso ed emozionato. Si tratta di una versione alla quale tengo particolarmente anche perché è stata realizzata insieme ad un gruppo di studenti dei quartieri popolari della città e che ora approda, insieme alle altre nove traduzioni, sulle piattaforme mondiali. Coinvolgere grazie a una esperienza ludica, allargare le conoscenze con un linguaggio nuovo e globale per raccontare al mondo la nostra storia: ora che il binomio cultura-videogiochi non fa più paura, credo infine che prodotti come Father&Son possano essere utilizzati  con profitto anche alla scuola digitale. Presto torneremo a  ‘sbloccare’  tutti insieme il nostro gioco nelle sale del  meraviglioso MANN“, commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini.

Oltre ai valori artistici, culturali, turistici, innovativi ciò di cui andiamo particolarmente orgogliosi sono i risvolti sociali. A partire dal 27 Marzo 2020 il videogioco si arricchirà di una versione in lingua napoletana, per la prima volta al mondo un videogioco di successo include la lingua parlata nel territorio di riferimento contribuendo a saldare ancora di più il rapporto tra l’opera digitale ed il tessuto fisico a cui è legato.

Il processo di localizzazione è destinato a fare scuola grazie al lavoro congiunto di uno specialista del dialetto, l’avvocato Vincenzo De Falco – autore del noto compendio sull’ “Alfabeto napoletano” – ed alcune scuole in contesti problematici di Napoli. Questa operazione sociale ed orizzontale è basata quindi su una ricerca “sul campo”, in cui il confronto con gli studenti partenopei si è intrecciato ai diversi linguaggi della comunicazione, partendo dalla canzone; la scelta del traduttore si è concentrata su vocaboli correnti e mai stilizzati, che hanno mantenuto, nel corso del tempo, lo stesso significato (cosa non sempre frequente nelle veloci evoluzioni della lingua).



Attraverso il videogioco, generazioni diverse hanno collaborato ad uno screening per i vocaboli più adatti per tradurre una storia contemporanea ed i traduttori sono diventati i primi beta tester della nuova versione.

“La versione in napoletano di Father & Son giunge a poco meno di tre anni dal suo rilascio sugli store mondiali e va ad aggiungersi alle altre versioni in lingua del videogioco (inglese, francese, russo, cinese, spagnolo e portoghese), attualmente disponibili. Sono inoltre previste, nel prossimo mese di aprile, le ulteriori versioni in lingua tedesca e giapponese, per un totale di 10 lingue. Lo sforzo compiuto dal Museo di rendere disponibile l’app in un numero così elevato di lingue (dieci) è giustificato dal successo internazionale di Father&Son, giunto alle soglie dei 4 milioni di download da ogni parte del mondo. L’Italia, nella classifica per paese, pesa infatti poco più del 7%. La versione in napoletano è spiegata dalla volontà del Direttore del MANN, Paolo Giulierini, di cogliere un’occasione per rafforzare sempre più il radicamento del museo con il proprio territorio di appartenenza. A ciò si aggiunge la consapevolezza della dignità di tale dialetto ad essere considerata una lingua a tutti gli effetti”, commenta Ludovico Solima (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), ideatore del videogame “Father & Son”.

E gli orizzonti, naturalmente, non si esauriranno qui; dal 20 aprile, infatti, saranno disponibili le versioni in tedesco e giapponese del gioco portando a 10 il novero complessivo delle lingue disponibili.

Con oltre 4 milioni di download in 97 paesi del mondo (particolare l’interesse in Cina, da cui proviene il 43% dei giocatori),un rating di gradimento di 4.5 su App Store e 4.6 su Google Play, 920mila ore spese dagli utenti, in maggior parte adulti over 35, per completare i diversi livelli della sfida, una delle scommesse più significative del game è quella di allargare le maglie del racconto, grazie all’ampliamento del sistema delle traduzioni ed alla proiezione della storia in una seconda ed avvincente puntata.



Certosino il procedimento di traduzione del game in dialetto, grazie al lavoro portato innanzi dall’avvocato Vincenzo De Falco, autore del noto compendio sull’ “Alfabeto napoletano”: lo screening per la selezione dei vocaboli è stato basato su una ricerca “sul campo”, in cui il confronto con gli studenti partenopei si è intrecciato ai diversi linguaggi della comunicazione, partendo dalla canzone; la scelta del traduttore si è concentrata su vocaboli correnti e mai stilizzati, che hanno mantenuto, nel corso del tempo, lo stesso significato (cosa non sempre frequente nelle veloci evoluzioni della lingua).

“FatherSon è diventato simbolo internazionale di un nuovo modo di raccontare il patrimonio. Milioni di persone si sono commosse seguendo la vita di Michael ed il valore universale delle emozioni. I reperti nelle teche ci aiutano a scoprire scelte morali, amori e paure provate da tutti noi tanto nell’Antico Egitto quanto oggi. Napoli è diventata il set di una nuova mitologia contemporanea entrata che ha toccato, ed a volte cambiato, la vita di oltre 4 milioni di persone ed il Mann ha scoperto per primo come il linguaggio del videogioco possa aiutare a creare una saldatura tra il passato ed il futuro rendendo emozionante vivere il presente”, afferma Fabio Viola, Fondatore di “Tuo Museo” e Game Designer.